Breve storia della Missione Cattolica Italiana di Göteborg
Una presenza italiana in Svezia risulta già nel 1700. Si tratta, per lo più, di stuccatori, figurinai di Lucca, cantastorie. Nel 1875 ca. si registrano un migliaio di italiani a Stoccolma.
L’emigrazione italiana verso la Svezia inizia dopo la seconda guerra mondiale, quando l’industria svedese, che non era stata coinvolta nella distruzione bellica, conosce un grande sviluppo. Vengono a mancare sia la manodopera specializzata che le figure professionali.
Si guarda così all’Italia e negli anni 1947-50 viene gestita una migrazione dal Nord Italia e dall’Emilia Romagna, con contratti di lavoro fino a due anni, tramite una commissione di controllo ed ingaggio a Milano. Successivamente l’iniziativa viene lasciata ai singoli imprenditori.
Il primo missionario italiano per la comunità italiana di Göteborg, formatasi negli anni ’40 dopo la seconda guerra mondiale, è don Piero Damiani della diocesi di Udine, quando il vescovo di Stoccolma era S.E. Mons. Müller.
Don Damiani era un sacerdote spiritualmente e culturalmente ben preparato, con lauree in teologia, lettere e filosofia. Rimane a Göteborg solo due anni, ma in questo breve lasso di tempo riesce a svolgere un’intensa attività catechetica sia per i bambini che per gli adulti. Svolge anche un’attività di dialogo con i protestanti e nel frattempo visita le famiglie benedicendone le abitazioni e consegnando loro un ramoscello di ulivo dall’Italia.
Con il quadro della madonna di Pompei, donatogli dal santuario e benedetto dal S. Padre va di località in località in processione. Infine fonda il mensile “La Voce d’Italia”. Don Damiani viene trasferito a Stoccolma nel gennaio del 1950.
A don Damiani succede don Pietro Tagliaferri della diocesi di Bergamo, trasferitosi da Västeras. Don Tagliaferri giunge a Göteborg nel 1951 e vi rimarrà fino al 1954.
A settembre del 1953 giunge padre Giuseppe Visentin ofm. conv. dalla Provincia dei frati minori conventuali di Padova. Religioso convinto e zelante, si impegna fin da subito a studiare la lingua svedese. Avvia un’attività pastorale insieme a due suore di Padova, Sr. Gemma e Sr. Barbara, per assistere i bambini dell’asilo e catechizzarli. Padre Visentin rientrerà in Italia, dopo 16 anni di missione, nel 1968. Gli succederà don Giovanni Camozzi, della diocesi di Bergamo, già missionario in Inghilterra nelle missioni italiane di Leicester e di Manchester.
Don Camozzi, desideroso di avvicinarsi al tessuto sociale dei suoi fedeli e connazionali, decide e ottiene di lavorare per mezza giornata nella fabbrica della SKF. Celebra la messa in una baracca dismessa della ditta ed in una sua relazione del 1970 conta circa 360 famiglie che danno luogo ad una popolazione di 1500 adulti e 300 bambini.
Dopo don Camozzi giunge a Göteborg padre Amedeo Paolino sj., uomo di cultura e spiritualità, sacerdote esemplare e di grande esperienza. Ben presto la missione diventa punto di riferimento, oltre che per gli italiani, anche per altri gruppi etnici ed un luogo di dialogo con gli svedesi protestanti. Egli riesce ad ottenere aiuti e sostegno da diverse parti sia per l’assistenza ai bambini sia per le varie attività. Dota la Missione di una biblioteca, ottiene in uso un terreno e negli anni 1981-82 vi costruisce una cappella dedicata a S. Giuseppe e benedetta il 1. maggio del 1983 dal vescovo di Stoccolma S.E. Mons. Brandenburg.
Padre Paolino, in un suo articolo “Notizie storiche della Missione Cattolica Italiana a Göteborg” fa presente l’importante contributo dato dai cattolici italiani, insieme agli altri cattolici di altre nazionalità, al superamento dei pregiudizi e delle avversità degli svedesi verso la Chiesa Cattolica, grazie ad un continuo e paziente dialogo, la mutua conoscenza, la solidarietà negli ambienti di lavoro, la testimonianza cristiana delle famiglie.
Padre Paolino sarà il missionario che rimarrà più a lungo: egli dedicherà 32 anni della sua vita al servizio della comunità italiana a Göteborg. Rientrerà a Napoli, per motivi di salute, nel gennaio del 2008.